Menarola – che oggi è una frazione di Gordona, sul versante occidentale della Valchiavenna – è stata a lungo un piccolo Comune con una propria amministrazione autonoma, aggrappato sui fianchi delle montagne che portano al Passo della Forcola e in Svizzera.

I suoi confini cominciavano dalle prima balze del fondovalle senza toccarlo, con le vigne e i campicelli terrazzati, per salire attraverso splendidi e antichi castagneti fino ai boschi di larice ed ai pascoli d'alpe. Era un piccolo mondo articolato in verticale, che dava di che vivere sfruttando quanto offrono le diverse quote col loro clima differente, e seguendo i cicli delle stagioni e delle transumanze.

Un comune piccolo, era quello di Menarola – troppo piccolo per sopravvivere economicamente –, ma affascinante per la bellezza dei luoghi, per il clima asciutto e soleggiato, per la vista sempre splendida della valle, per una tradizione, in particolare, che ricollega questi luoghi a tempi e storie assai lontani: la Baütta (o Baguta), di cui Menarola va giustamente fiera.